La mattina dopo, lasciamo un'offerta e un pensiero tra le pagine dell'agenda.Marco e Chiara si sono svegliati un po' prima, ci dicono che ci attendono in stazione.Ovviamente non ce la facciamo, il nostro ritardo è di 10 minuti, ma sono sufficienti per perdere il treno, dobbiamo attendere quello delle 11 e qualcosa.
In stazione conosciamo due sorelle inglesi, entrambe sopra i 50, per qualche giorno saranno le nostre Thelma e Luise.
Si arriva a SJPDP dopo aver fatto un cambio in mezzo alla tratta per usare un autobus.Inizio a conoscere meglio Luca e Juan, il primo voleva partire subito dopo esser scesi a SJPDP, guardando me e Juan in cerca d'approvazione, noi lo guardiamo come si guarda un coglione, ma con amicizia eh.
Cioè, voglio dire, ci sono 27 km tra noi e Roncisvalle e vogliamo partire alle 14 passate?Suvvia, non si fa, e infatti non lo facciamo, anche perché SJPDP è stato messo tutto in salita, come Gubbio, e già questo ti fa passare la fantasia.
Scopriremo, poi, che tutte le nostre decisioni non avverranno per caso ma per volontà del Cammino.
Bene, gli albergue ( ostelli per pellegrini) aprono dopo pranzo, quindi un salto al supermarket e su una panchina ad attendere sono le nostre prossime mosse.
Il tempo è buono e non aspettiamo molto per mettere il nostro secondo timbro sulla credencial, ovvero il documento che ti permette di dormire negli albergue.Il primo è stato apposto nella cattedrale di Bayonne la mattina stessa. Mentre attendo in fila, conosco Pierpaolo, l'accento non lascia dubbi, è delle mie parti. 20 km di distanza per esser esatti ed è arrivato qui in bici, in sintesi 1600km prima di altri 900.Mecojons!
OK, prendiamo posto nello stesso albergue, una mezza dormita e poi ci si attrezza per la cena.
Al tavolo ci troviamo con le due inglesi, Paul, new entry da Barcellona che mi sembra una salma, Luca, Juan, la tizia giovane che gestisce il posto come volontaria e un altro paio di facce che non ricordo.
Beh, sarebbe intelligente andare a dormire ora, ma non vuoi fare una bella minchiata invece?
Detto fatto, tutti a bere qualcosa in un locale poco fuori le mura antiche.Quindi si trovano un paio di chitarre e alé, mezza sbornia e festival di castrocaro vengono fuori che è una bellezza.Ah già, mentre eravamo in strada ci siam portati dietro pure una giapponese seduta da sola su una panchina di un altro albergue.
Nel bar, un ragazzo basco, il tipo che aveva le chitarre, ne passa una a Juan e si parte con le canzoni. Sul Bella Ciao, tutte le lingue presenti intonano le parole, capisco i baschi, ma la giapponese come cazzo fa a saperla?
Anyway, è anche la serata dove la prima storia forte mi viene incontro, è quella di Pierpaolo che ha perso il figlio di un anno.Non aggiungo altro se non che ha, comunque, sempre il sorriso.Non può credere che suo figlio sta sottoterra, deve credere che ci sia altro, oltre, e sta cercando di farlo dall'ultima volta che l'ha tenuto in braccio, poco più di dodici mesi fa.
Sulla via del ritorno, alla giapponese hanno chiuso l'albergue, proviamo a scavalcare per entrare dall'interno del giardino. Penso che sarebbe la prima volta leggere l'arresto di un pellegrino per aver forzato una serratura, ma tanto è Luca che ci prova e io e Juan ridiamo nel silenzio notturno quando realizziamo che tra lui e Arsenio Lupin c'è la stessa differenza come tra me e Tyson.
La giapponese viene ospitata nel nostro albergue dalla responsabile e, alla fine, andiamo finalmente a dormire.Il tutto alle due passate.Bravo Fabio, iniziamo alla grande domattina alle sei.
Nessun commento:
Posta un commento