Effettivamente non posso dargli torto, farsi una parte di raccordo anulare è una vera tortura per la sacca procreativa anche in prospettiva desertica, quindi ho ovviato su chi la sacca procreativa non ce l'ha.
Durante il volo cerco di riposare un po', visto l'orario antelucano in cui mi sono svegliato ma, quando arrivo all'aeroporto di Madrid, sono sveglio come qualcuno che soffre d'insonnia cronica da una vita e prende 14 caffè al giorno con cocaina al posto dello zucchero.
La cosa mi aiuta a dipanarmi nell'aeroporto di Madrid dove l'autobus che devo prendere per arrivare a Burgos è situato in un altro terminal rispetto a quello dove sono atterrato.
Una volta al terminal giusto, acquisto il biglietto e scopro di dover attendere due ore prima di partire.Ne approfitto per fare qualche chiamata che attesti la mia sopravvivenza e qualche messaggio alle persone che l'anno scorso hanno camminato con me.
Dopo il primo caffè sciacquabudella spagnolo mi avvio verso la stazione degli autobus, dove conosco una signora francese che farà anche lei il cammino da Burgos, e due ragazze italiane che partiranno da Astorga, svariati giorni di cammino dopo Burgos.Peccato, entrambe interessanti e carine ma, dopo aver chiacchierato sul cammino e avermi chiesto delucidazioni in quanto era la loro prima volta, devo salutarle mentre salgono sull'autobus che le porterà a Leon.
Nel frattempo autobus vanno e vengono e del mio nemmeno l'ombra o un colpo di clacson in lontananza.La piazzola si svuota mano a mano che gli altri viaggiatori si accomodano per località differenti.Sta per assalirmi il dubbio amletico se sia la piazzola giusta, quando eccolo arrivare.
Scintillante, con wifi interno, El Pais omaggio insieme a bottiglie di acqua fresca in frigorifero, schermi lcd con cartoon e auricolari per ascoltare musica dalla radio posta sul sedile davanti al mio.
In Spagna si trattano bene sugli autobus, non c'è che dire, quasi simile al 105 che da Termini porta sulla Casilina.
In viaggio, faccio finta di leggere il quotidiano spagnolo, ma per il resto del tempo ascolto musica classica dalla radio e sonnecchio vagamente.
Arrivo a Burgos che sono quasi le sei del pomeriggio, ho una maglietta tecnica e pantaloncini.La temperatura che ho lasciato in Italia e anche a Madrid è sostituita da un'aria fredda come un cubetto di ghiaccio infilato nelle mutande.Infilo una felpa, la giacca e mi dirigo subito all'albergue municipale, quello dove l'anno prima non ero riuscito a dormire.Per un attimo penso di andare all'altro, ma poi ritengo che la malinconia prenderebbe il sopravvento.
Prendo posto, sistemo lo zaino e tiro fuori il sacco a pelo con un automatismo che mi stupisce un po', non mi sento ancora dentro il Cammino ma il Cammino evidentemente è dentro di me.
Mi guardo intorno, zaini poggiati ai piedi dei letti, persone che riposano e altre che escono dalle docce.
Io invece esco per andare a prendere una saponetta, portasapone e gel per i capelli.Non curerò la barba ma, se facessi lo stesso con i capelli, ogni mattina sembrerei la controfigura brutta del cugino IT.
Giro in città come una talpa, ovvero ciecamente e senza una meta precisa, finchè non ritorno davanti all'albergue e mi siedo nel bar di fronte ad esso.
Inizio a sentire un certo languore e l'anno scorso ho mangiato un'ottima paella in questo posto.Chiaramente oggi non è giornata di paella, allora spazzolo un piatto vegetale con parecchie verdure, aggiungendoci un paio di birre e iniziando a fare due chiacchiere con Jost, tizio tedesco con moglie di pari età, pressapoco sulla sessantina.Ci conosciamo un po', gli racconto del fatto di aver spezzato in due il Cammino per via del poco tempo a disposizione, ma quest'anno arriverò in fondo, fino all'oceano.Parliamo anche di lui, di quando è stato svariati anni in India per diventare un maestro di Yoga, di come sia stato spinto a venire da queste parti.Tutto questo in inglese chiaramente, e altrettanto chiaramente le tracce della conversazione che rimangono nella mia MV sono pari a quelle di una scatola nera d'aereo rimasta nelle fiamme per circa due giorni.
Ci salutiamo dicendoci che il giorno dopo ci saremmo visti sulla via, poi torno al letto del mio albergue per una notte ancora indecisa se calare del tutto o sostare sulla zona di penombra.Sarà anche per il fatto che c'è una manifestazione musicale in città, che raccoglie svariati gruppi tipici di tutta la Spagna.Continueranno a suonare fino a un'ora indecente anche sotto le nostre finestre e, in camerata, ci sarà pure chi li accompagnerà con un russare degno di un accampamento romano.
Buona notte eh.
In viaggio, faccio finta di leggere il quotidiano spagnolo, ma per il resto del tempo ascolto musica classica dalla radio e sonnecchio vagamente.
Arrivo a Burgos che sono quasi le sei del pomeriggio, ho una maglietta tecnica e pantaloncini.La temperatura che ho lasciato in Italia e anche a Madrid è sostituita da un'aria fredda come un cubetto di ghiaccio infilato nelle mutande.Infilo una felpa, la giacca e mi dirigo subito all'albergue municipale, quello dove l'anno prima non ero riuscito a dormire.Per un attimo penso di andare all'altro, ma poi ritengo che la malinconia prenderebbe il sopravvento.
Prendo posto, sistemo lo zaino e tiro fuori il sacco a pelo con un automatismo che mi stupisce un po', non mi sento ancora dentro il Cammino ma il Cammino evidentemente è dentro di me.
Mi guardo intorno, zaini poggiati ai piedi dei letti, persone che riposano e altre che escono dalle docce.
Io invece esco per andare a prendere una saponetta, portasapone e gel per i capelli.Non curerò la barba ma, se facessi lo stesso con i capelli, ogni mattina sembrerei la controfigura brutta del cugino IT.
Giro in città come una talpa, ovvero ciecamente e senza una meta precisa, finchè non ritorno davanti all'albergue e mi siedo nel bar di fronte ad esso.
Inizio a sentire un certo languore e l'anno scorso ho mangiato un'ottima paella in questo posto.Chiaramente oggi non è giornata di paella, allora spazzolo un piatto vegetale con parecchie verdure, aggiungendoci un paio di birre e iniziando a fare due chiacchiere con Jost, tizio tedesco con moglie di pari età, pressapoco sulla sessantina.Ci conosciamo un po', gli racconto del fatto di aver spezzato in due il Cammino per via del poco tempo a disposizione, ma quest'anno arriverò in fondo, fino all'oceano.Parliamo anche di lui, di quando è stato svariati anni in India per diventare un maestro di Yoga, di come sia stato spinto a venire da queste parti.Tutto questo in inglese chiaramente, e altrettanto chiaramente le tracce della conversazione che rimangono nella mia MV sono pari a quelle di una scatola nera d'aereo rimasta nelle fiamme per circa due giorni.
Ci salutiamo dicendoci che il giorno dopo ci saremmo visti sulla via, poi torno al letto del mio albergue per una notte ancora indecisa se calare del tutto o sostare sulla zona di penombra.Sarà anche per il fatto che c'è una manifestazione musicale in città, che raccoglie svariati gruppi tipici di tutta la Spagna.Continueranno a suonare fino a un'ora indecente anche sotto le nostre finestre e, in camerata, ci sarà pure chi li accompagnerà con un russare degno di un accampamento romano.
Buona notte eh.
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