sabato 16 maggio 2015

De nuevo tu.Burgos.16 maggio.

Guardo la pista di volo staccarsi rapidamente dal contatto con l'aereo, scivolando verso il basso e sparire dal campo visivo in pochi minuti.Sono stato accompagnato all'aeroporto da Stefania dato che alla mia richiesta fatta ad Athos e il Mancio, la loro risposta è stata: "hai rotto le palle con questi voli da Ciampino".Ho provato a giocare la carta della desertificazione del raccordo anulare durante il sabato mattina, ma non hanno voluto sentire storie benchè si siano proposti per venirmi a prendere al ritorno.Il motivo è semplice, il volo di ritorno sarà a Fiumicino.
Effettivamente non posso dargli torto, farsi una parte di raccordo anulare è una vera tortura per la sacca procreativa anche in prospettiva desertica, quindi ho ovviato su chi la sacca procreativa non ce l'ha.
Durante il volo cerco di riposare un po', visto l'orario antelucano in cui mi sono svegliato ma, quando arrivo all'aeroporto di Madrid, sono sveglio come qualcuno che soffre d'insonnia cronica da una vita e prende 14 caffè al giorno con cocaina al posto dello zucchero.
La cosa mi aiuta a dipanarmi nell'aeroporto di Madrid dove l'autobus che devo prendere per arrivare a Burgos è situato in un altro terminal rispetto a quello dove sono atterrato.
Una volta al terminal giusto, acquisto il biglietto e scopro di dover attendere due ore prima di partire.Ne approfitto per fare qualche chiamata che attesti la mia sopravvivenza e qualche messaggio alle persone che l'anno scorso hanno camminato con me.
Dopo il primo caffè sciacquabudella spagnolo mi avvio verso la stazione degli autobus, dove conosco una signora francese che farà anche lei il cammino da Burgos, e due ragazze italiane che partiranno da Astorga, svariati giorni di cammino dopo Burgos.Peccato, entrambe interessanti e carine ma, dopo aver chiacchierato sul cammino e avermi chiesto delucidazioni in quanto era la loro prima volta, devo salutarle mentre salgono sull'autobus che le porterà a Leon.
Nel frattempo autobus vanno e vengono e del mio nemmeno l'ombra o un colpo di clacson in lontananza.La piazzola si svuota mano a mano che gli altri viaggiatori si accomodano per località differenti.Sta per assalirmi il dubbio amletico se sia la piazzola giusta, quando eccolo arrivare.
Scintillante, con wifi interno, El Pais omaggio insieme a bottiglie di acqua fresca in frigorifero, schermi lcd con cartoon e auricolari per ascoltare musica dalla radio posta sul sedile davanti al mio.
In Spagna si trattano bene sugli autobus, non c'è che dire, quasi simile al 105 che da Termini porta sulla Casilina.
In viaggio, faccio finta di leggere il quotidiano spagnolo, ma per il resto del tempo ascolto musica classica dalla radio e sonnecchio vagamente.
Arrivo a Burgos che sono quasi le sei del pomeriggio, ho una maglietta tecnica e pantaloncini.La temperatura che ho lasciato in Italia e anche a Madrid è sostituita da un'aria fredda come un cubetto di ghiaccio infilato nelle mutande.Infilo una felpa, la giacca e mi dirigo subito all'albergue municipale, quello dove l'anno prima non ero riuscito a dormire.Per un attimo penso di andare all'altro, ma poi ritengo che la malinconia prenderebbe il sopravvento.
Prendo posto, sistemo lo zaino e tiro fuori il sacco a pelo con un automatismo che mi stupisce un po', non mi sento ancora dentro il Cammino ma il Cammino evidentemente è dentro di me.
Mi guardo intorno, zaini poggiati ai piedi dei letti, persone che riposano e altre che escono dalle docce.
Io invece esco per andare a prendere una saponetta, portasapone e gel per i capelli.Non curerò la barba ma, se facessi lo stesso con i capelli, ogni mattina sembrerei la controfigura brutta del cugino IT.
Giro in città come una talpa, ovvero ciecamente e senza una meta precisa, finchè non ritorno davanti all'albergue e mi siedo nel bar di fronte ad esso.
Inizio a sentire un certo languore e l'anno scorso ho mangiato un'ottima paella in questo posto.Chiaramente oggi non è giornata di paella, allora spazzolo un piatto vegetale con parecchie verdure, aggiungendoci un paio di birre e iniziando a fare due chiacchiere con Jost, tizio tedesco con moglie di pari età, pressapoco sulla sessantina.Ci conosciamo un po', gli racconto del fatto di aver spezzato in due il Cammino per via del poco tempo a disposizione, ma quest'anno arriverò in fondo, fino all'oceano.Parliamo anche di lui, di quando è stato svariati anni in India per diventare un maestro di Yoga, di come sia stato spinto a venire da queste parti.Tutto questo in inglese chiaramente, e altrettanto chiaramente le tracce della conversazione che rimangono nella mia MV sono pari a quelle di una scatola nera d'aereo rimasta nelle fiamme per circa due giorni.
Ci salutiamo dicendoci che il giorno dopo ci saremmo visti sulla via, poi torno al letto del mio albergue per una notte ancora indecisa se calare del tutto o sostare sulla zona di penombra.Sarà anche per il fatto che c'è una manifestazione musicale in città, che raccoglie svariati gruppi tipici di tutta la Spagna.Continueranno a suonare fino a un'ora indecente anche sotto le nostre finestre e, in camerata, ci sarà pure chi li accompagnerà con un russare degno di un accampamento romano.
Buona notte eh.

On air

venerdì 8 maggio 2015

Prologo (again).8 giorni al via.

Insomma pare che il tempo sia giunto.A lavoro mi hanno concesso le ferie necessarie per completare questa camminata iniziata l'anno scorso.Non ho avuto molto preavviso, anzi, ho corso il rischio di non poter riprendere a maggio come avevo programmato e di spostare il tutto a settembre ma, evidentemente, le tanto vituperate congiunzioni astrali, questa volta si sono congiunte bene e quindi parto il sedici di maggio, con arrivo previsto a Burgos nel tardo pomeriggio, dopo esser sceso a Madrid e, da lì, preso l'autobus che mi porterà nella città del Cid.
Inizierò a camminare il giorno dopo, che sarà domenica e dovrò ricordarmelo, quantomeno per fare due acquisti di cibarie che torneranno utili lungo la prima tappa.Mentre scrivo, sento i preparativi della mia MV all'interno della mia testa, in questi mesi si è allenata molto e presumo che mi farà compagnia come e più dell'anno scorso.Ho praticamente già il terrore di dimenticare saponette ovunque e, questa volta, non avrò Francesca a dispensare bagnoschiuma a destra e manca.
Appena saputo della possibilità di partire e dopo aver acquistato i biglietti, ho avvertito il portoghese che ci vedremo nel posto dove lui ha lasciato l'anno scorso.Avrò cinque giorni per arrivarci e questo è uno dei motivi per cui ho deciso di partire a maggio.L'altro è che almeno posso vedere una stagione diversa e arrivare all'oceano quando sarà già giugno, così potrò fare il bagno senza spostare iceberg e foche leopardo.
Questa volta avrò due conchiglie.Una, dell'anno scorso, con i nomi della mia famiglia e dei miei amici scritti sopra, l'altra avrà i nomi delle persone che ho conosciuto in quei primi trecento chilometri.
Ok, va bene, d'accordo, fin qui le cose tecniche.E le sensazioni?
Sono varie, vanno dalla malinconia all'euforia, dalla calma alla preoccupazione, dal voler partire e dal non farlo.Incredibilmente.
Mi sembra di aver letto un libro bellissimo, di non volerlo finire per paura che il finale non sia all'altezza dei primi capitoli e, allo stesso tempo, di non vedere l'ora di finirlo per la curiosità che anima da sempre l'animo umano a voler scoprire cose nuove.
In questi giorni che precedono la partenza non ho fatto allenamenti particolari, ho già messo in conto andature claudicanti alla dottor House a fine tappa.
In questi giorni che precedono la partenza, quando sono a letto, cerco di immaginare a come sarà, a quanto dovrò camminare per arrivare all'oceano, e al fatto che spero di incontrare persone come quelle dell'anno passato.
Ogni volta che chiudo gli occhi, immagino una cosa diversa, allora mi dico che tutto quello che immagino sarà diverso da quello che vivrò.
Si, sarà indubbiamente così.