domenica 12 aprile 2015

Tra il tornare e il ripartire c'è il tempo dell'aspettare.Ma intanto, che fine hanno fatto?

Non è stato semplice passare da giornate come quelle del Cammino a quelle che invece si vivono tutti i giorni da una vita.
Partiamo con il dire che, quasi tutti quelli che ho menzionato nel mio diario di viaggio, sono arrivati alla fine dei 900 km.Dico quasi perchè alcuni non so proprio che fine abbiano fatto, come per esempio Marco e Chiara, la coppia di Bologna incontrata sul treno per Bayonne e persa la mattina dopo, causa sveglia tardiva.Con il senno di poi dico che va bene così, ma mi piacerebbe sapere se anche loro hanno raggiunto il faro di Finisterre.Poi c'è Andrea, il tipo di Torino con le tendiniti, quello che aveva fatto l'attore nelle soap opera e che vidi, per l'ultima volta, a Pamplona durante la cena con Mike e gli altri.Nessuno, nemmeno Radio Camino ha saputo darmi nei giorni seguenti, e anche dopo, notizie in merito.
Al momento in cui scrivo la mia MV non ha tracce di altri nomi incontrati di cui non si è saputo altro durante il tragitto, quindi passiamo a chi alla fine c'è arrivato o, come me, ha fermato il Cammino per riprenderlo in seguito.
Il barbalunga Pierpaolo ha raggiunto Santiago in bici e l'ho sentito al telefono quando ero in autostrada, appena uscito dall'aeroporto in Italia.Praticamente è rientrato alla base un giorno prima di me.In seguito ci siamo visti più di una volta, data la poca distanza tra i posti dove abitiamo e in una di quelle volte c'era anche Francesca insieme a Sara, una ragazza che ripartiva da Burgos quando io mi fermavo a Burgos, e quindi non ho avuto il piacere di camminare con lei ma, una volta conosciuta, è stato come l'avessi fatto.Nel marzo appena passato, tra l'altro, ho avuto notizia dal barbalunga che sarà ancora papà.Aveva già comprato la guida sulla via Francigena da fare nel prossimo settembre e si stava già organizzando, per poi rimandare il tutto a data da destinarsi.Quando me l'ha detto l'ho ovviamente preso per il culo nei successivi venti minuti.Dopo gli ho fatto le congratulazioni di rito.Anche suo figlio, ovunque sia, sarà contento di vedere il padre ridere ancora.
Luca è arrivato a Santiago dopo aver passato qualche avventura lungo il percorso.Se non ricordo male (percepisco il fruscio dell'agguato della mia MV) dopo circa una settimana o poco più che erano partiti da Burgos, lui è rimasto indietro.Ha ritrovato Francesca e Paul a Santiago, durante la cerimonia del Botafumeiro, ovvero un grande incensiere che viene fatto oscillare lungo la navata della cattedrale da svariati frati tramite una fune.Un po' lo stesso concetto delle campane.
Dicevo di Luca, che si è perso tutto, che ha deciso di continuare senza avere un soldo confidando nello spirito del cammino (e anche in un po' di culo aggiungo io), che ha conosciuto altre persone una volta rimasto solo, che ha dormito fuori in un bosco durante una delle tappe galiziane, che ha festeggiato il suo compleanno almeno in tre giorni differenti, che ha rivisto George from Alaska quando proprio serviva che lo rivedesse,  che un giorno si è fatto quasi 50 km e quando un ciclista l'ha visto, nel tardo pomeriggio, sgranando gli occhi gli ha chiesto se era il tipo partito a piedi 50 km prima.Luca che, dopo essersi ricongiunto a Paul e Francesca,  ha ritrovato Joey per esser andato a pisciare nei bagni pubblici di Santiago.Lascio immaginare la gioia che c'è stata quando l'ha portato davanti alla bresciana e al catalano, gioia di cui hanno fatto partecipe anche me, e ora ci arriveremo.
Paul, il silenzioso catalano che guai a dirgli spagnolo, ha continuato con i suoi ritmi abituali, sempre vicino a Francesca, arrivando a distanza di una mezz'ora l'uno dall'altro.Dopo il cammino è partito per il Nepal, a dare una mano a costruire una scuola con non so quale Onlus.Se un domani ci fosse da colonizzare Marte non mi sorprenderei di ricevere un messaggio in catalano dal pianeta rosso.
Francesca, invece, è stata la persona che ho visto più volte da quando son tornato.Da queste parti, come ho già detto prima, a Sestri Levante, quando sono stato ospite da Luca in quel di gennaio, e dove ho potuto ammirare le bellezze delle cinque terre.A Valencia, ancora ospiti da Luca, questa volta per 4 giorni insieme anche all'irlandese, nel primo periodo di questo marzo appena passato.
Con lei ho contatti frequenti grazie alla tecnologia, mi racconta della sua vita, di quello che sta facendo e, come Luca e altri, è rimasta soggiogata dal Cammino.Io invece ci sono inzuppato fino al collo, così, tanto per dire eh.
Arriviamo all'irlandese, che ho rivisto praticamente dopo cinque mesi da quella mattinata di Burgos dove i nostri passi si separarono ma con la convinzione di fare, prima o poi, ancora strada insieme.
Quando io e Luca siamo andati a prenderlo alla stazione degli autobus di Valencia, non riusciva quasi a spiccicare parola per quanto fosse contento di rivederci.I primi venti minuti di passeggiata per andare a casa sono stati farciti da "amazing" "incredible" "e "wonderful".
Cinque mesi prima, dopo pochi giorni che ero tornato in Italia e continuavo ad avere contatti e aggiornamenti dal Cammino, mi arriva un messaggio dalla figlia di Jo, Emma, che mi chiedeva  del padre, pensando che io fossi ancora da quelle parti (quanto avrei voluto che non si sbagliasse), in quanto aveva dimenticato il telefono in un albergue e non aveva modo di contattarlo.Aggiungeva che era abbastanza preoccupata, dato che era qualche giorno in attesa di notizie.Ricordo di aver mandato subito un messaggio a Francesca e Paul, che nel frattempo avevano perso Luca, rigirando la richiesta di Emma nell'avere aggiornamenti.Siamo stati in attesa per molti giorni, Radio Cammino non ci dava una mano, la bresciana e il catalano erano ormai avanti agli altri non sapendo niente dell'irlandese e,  nell'attesa io riportavo ad Emma quello che sapevo, ovvero il nulla.Qualche giorno prima che finisse ottobre, mentre tornavo a casa da lavoro, il telefono mi squilla e vedo il numero spagnolo di Francesca.Quando rispondo, ricordo di avere quasi esultato in mezzo alla strada, parlando in inglese con un Jo che si era ritrovato a Santiago durante la famosa pisciata di Luca.
Gilberto, il marchigiano che parlava con le aquile, incontrato durante una sosta della prima tappa, il sabato prima della notizia di Joey, mi manda invece una foto con il grande Mike, entrambi davanti alla cattedrale di Santiago.L'ho ricevuta durante una cena da amici e la didascalia diceva che era fatta per me.Altra cosa che fa bene.Per parlare al telefono con Mike ho dovuto fare una ricerca in rete che se eravamo ancora nell'epoca dei modem a 33kb, mi avrebbe portato via almeno tre mesi.Ce l'ho fatta con la santa ADSL in circa una settimana di fitte ricerche.Alla fine ho trovato il suo numero di casa non sapendo nemmeno dove fosse, se non che era in Svizzera.
George è arrivato anche lui a Santiago, questo me lo ha detto Luca che doveva rendergli una cinquantina d'euro avuti in prestito durante il periodo in cui si era perso tutto.Carl e suo figlio, i due canadesi, hanno risposto a una mia mail durante il mese di dicembre, dicendomi che erano arrivati a Santiago e rinnovandomi l'invito per il Canada.Prima o poi dovrò andare su qualcuno di quei mille laghi.
Romina si è fermata a Burgos con il camminare e ha raggiunto Santiago in treno, ma mi ha detto, parlandoci in questo periodo, che quando sarà il momento riprenderà dalla città del Cid per raggiungere la meta con le sue scarpe.
Sooa, la coreana che ha fatto gran parte del percorso con Mike, ha raggiunto Santiago anche lei e ogni tanto ci contattiamo su faccialibro.
Matteo, Paolo, Melody, Didie , Lucilla e la madre hanno tutti raggiunto la fine, chi prima e chi dopo e, nel loro cammino dopo Burgos, si sono più volte trovati fianco a fianco con Francesca e gli altri.Il suonatore di ukulele, tra l'altro, ha anche esordito nella musica con un suo cd, che non mi sembra poco.Il pezzo che fece quella notte, prima di addormentarci, era infatti un suo inedito.
Sia Charlotte che il siciliano dal riso buonissimo, due persone con cui ho camminato per un solo giorno, quello piovoso da Los Arcos a Logrono, dove poi io e gli altri ci siamo fermati per una notte di festa, sono arrivati anche loro.Da quel che so, l'australiana, dalla sua pagina facebook, ha in attesa una lieta novella.Se sia accaduto durante il cammino o meno, è una domanda su cui io e Francesca non riusciamo a dare una spiegazione, abbiamo un'ipotesi ma non avremo mai la conferma.E comunque no, non sono stato io e nemmeno il siciliano.
Rimane Joao Santiago, detto Jonny il portoghese.
Lui si è fermato a Sahagun, circa una settimana dopo di me.Anche li fecero festa e, udite udite, anzi leggete leggete, Paul  ha preso la prima sbornia della sua vita.Jonny ancora oggi ne va fiero per esserne stato il fautore e io mi rammarico per non esser stato li, un post dal titolo "La sbornia di Paul" sarebbe stato a suo agio nella marea di minchiate scritte finora.Ad ogni modo, Jonny ha già un biglietto per maggio, il 21 per l'esattezza.La mia idea è di partire una settimana prima, così da poter raggiungere Sahagun il giorno stesso in cui arriverà lui e, insieme, fare gli oltre 400 km che restano per arrivare all'oceano.In tutto questo, se tutto andrà come deve andare e se avrà possibilità, Francesca ha detto che vorrà farsi gli ultimi quattro giorni da Santiago a Finisterre con noi.Questo è l'effetto collaterale del Cammino, sentirne il richiamo ogni volta che solo una parola o una persona, o anche un'immagine, riporti alla memoria le sensazioni provate lungo quella via.
Mi pare che abbia citato tutti quelli incontrati ma, vedo nella penombra del mio cervello, l'espressione soddisfatta della mia MV che instilla il dubbio atroce di aver dimenticato qualcuno.In quel caso spero di esser perdonato, non posso farci nulla se la mia memoria coltiva molte oasi di ricordi in un infinito deserto vuoto, e mi ritrovo più spesso a camminare sulla sabbia che non nell'oasi.Prima o poi mi ritroverò anche in quella dei nomi dimenticati.
Ho scritto tutto? ah no, manca ancora qualcosa.
Il mio bastone e la mia bottiglia.
Ricordo entrambi con affetto infinito, mentre si cambiano mano durante i giorni di sole e a farmi compagnia quando ho camminato solo.Il primo è passato da Joao ad Aviv, l'israeliano che è arrivato a finisterre con Luca, ma non so se sia stato, alla fine, bruciato.La seconda l'ho dimenticata in un bar a Burgos.Avevo intenzione di riportarla in Italia e continuare il cammino sempre con lei, quando sarei ripartito.Evidentemente aveva assolto la funzione per cui mi era stata data, oppure la mia MV ha rotto per l'ennesima volta le palle.Propendo per la seconda ipotesi.
Appaiono comunque in molte delle foto che ho fatto, a volte ai margini, figure discrete, anche quando non sono io il soggetto delle foto ma, con la loro presenza, mi ricordano meglio che io c'ero.
Si, io c'ero.
E fremo all'idea di esserci ancora.


                                                                                                                                      Fine prima parte.
Iniziata a scrivere nel mese di agosto 2014 e terminata nel mese di aprile 2015.
Nel mentre, tanta buona vita.