martedì 4 novembre 2014

La notte in più. Logrono.23 settembre.

Giù dal letto, che la caserma deve esser pronta per gli altri che verranno oggi.
Mi alzo con questo pensiero, sentendo gli ordini abbaiati in stile Sturmtruppen dalle gentili signore dell'albergue.Il secondo pensiero è non ripetibile,in quanto causato dal mio tendine destro quando appoggio il piede a terra.Ma sarà una buona giornata mi dico e, in quel momento, non so quanto avrò ragione.
Muy bien hombre, diamoci una sistemata e raggiungiamo gli altri di sotto.
Li trovo già pronti per trasferirsi nell'albergue dove sono Gracia e la sorella, ha un codice a cifre fuori dall'ingresso e gongoliamo al pensiero che stasera non abbiamo orario di rientro.Quello che si dice "true pilgrim style".
Un caffè veloce e poi via a prender posto, facendo le cose con calma, preparando già il letto per una pennica pomeridiana, confabulare sul da farsi e poi andare a fare una vera colazione.
Le due sorelle io, Luca e João ci troviamo così in un bar, gli altri, esclusa Francesca che è partita per Najera, la prossima tappa, sono a riposare.Jo ha anche un bel paio di polpacci rossi, merito di punture d'insetto a cui è allergico.
Approfitto della colazione per mandar giù una pasticca d'ibuprofene per il mio tendine poi, dopo aver fatto la spesa e tornati, aggiungerò una spalmata del miracoloso balsamo di tigre.
Ogni volta che si entra in un albergue, tra i vari odori c'è anche questo, pungente e che permea di sottofondo tutto il resto.
Ok, sono nemmeno le 12, al supermercato ho comprato anche una saponetta e lamette da barba, quindi andare a lavare due stracci e radersi per una ventina di minuti.Le lamette sono penose, d'altronde per 0,85 centesimi ( confezione da dieci pezzi) è già tanto che non mi si smontino in mano.
E ora che faccio? Esco a fare un giro o mi imbusto?
Buona la prima, cosi mi trovo per il centro città a visitare una chiesa e a fare foto come un turista qualsiasi, però con maglietta tecnica, calzoni corti e infradito.
Impegnato, come un giapponese davanti al colosseo, sento squillare il telefono, la berlinese mi sta chiamando e ci diamo appuntamento per uno spuntino prima di pranzo in un bar della piazza dove c'è sempre vita.
Detto fatto e siamo seduti in attesa di un caffè un cappuccino e una brioche.Ho voglia di zuccheri.
Con Federika passiamo quasi un'ora a chiacchierare pigramente e scambiandoci impressioni su questi giorni catapultati in un altro modo di vivere.Le chiedo se vorrebbe continuare, dato che oggi è la sua ultima sera, mi risponde che le dispiace molto lasciare, che avrebbe bisogno di più tempo in effetti.Poi parliamo degli incontri fatti e io accenno a Mike. Le chiedo se l'ha visto, lei è partita da Pamplona, mi risponde di no, d'altronde lui si è fermato un paio di giorni.
Pago il conto dicendole che è un peccato, le sarebbe stato simpatico e concludo che mi farebbe piacere avere sue notizie prima di terminare il mio cammino a Burgos.
Esiste RadioCamino, un tam tam tra i pellegrini che porta le notizie con la stessa velocità dei tuoi passi, spesso chiedi, a qualcuno che hai intravisto, notizie su qualcun'altro e scopri che chiedono anche di te, di come stai fisicamente, a quale distanza ti trovi.È come scrivere una lettera di carta e spedirla con i metodi del  '700, non sai quando e se arriverà, altrettanto per una risposta.
Torniamo che bisogna ancora preparare il pranzo, non c'è fretta e João è andato a fare un salto dove abbiamo dormito ieri sera, causa dimenticanza infradito.Io ne approfitto, lui e Luca son deputati alla cucina, andando sul letto a scribacchiare un po'.Passa nemmeno mezz'ora e il portoghese mi raggiunge in camerata con una faccia seria.Chiede di parlarmi in privato, gli dico che qua siamo io e lui e forse qualcuno su un letto venti o trenta posti più in là, che può parlare.Niente da fare, dobbiamo andare fuori, è importante.
Stanno bombardando il cammino? Qualcuno ha tirato le cuoia?C'è un invasione aliena o semplicemente si è scotta la pasta?
Insomma João, che cazzo è successo per farmi fare due piani di scale e avere una faccia da foca triste?
MAPPORCADIQUELLAPUTTANA!!
GRANDE MIKE!!!
Me lo trovo seduto e gli altri attorno per vedere che faccia avrei fatto a questa sorpresa.
Credo di avere un occhio che piange ridendo e l'altro che ride piangendo.
Sono contentissimo e anche sbalordito, un'ora fa ne stavo parlando e ora questo fottuto svizzero dalla testa dura è qui.
Minchia, la Carrà avrebbe fatto audience con me!
Insomma un dieci minuti dove chiediamo come è andata negli ultimi giorni, quanto si ferma e l'obbligo a mangiare con noi.
Ok, sappiamo che c'è anche Sua, e l'andiamo a salutare nel gulag di ieri sera,Mike dorme in un hotel e João l'ha incontrato mentre lo svizzero accompagnava la coreana.
Tutti felici, tutti contenti ed è un peccato che Francesca abbia lasciato il gruppo, ma il cammino è così, ti offre aperture ogni giorno, sta a te decidere cosa fare.E poi, sempre su questa strada si sta, è probabile rivedersi.
Bene, c'è da organizzare per stasera, ne parliamo a pranzo, decidendo di fare una pennica pomeridiana e poi, verso le 18, incontrarsi per far festa.
La serata sarà fantastica, un continuo di risate e buoni pensieri accompagnati da ottimo vino e bei momenti, come quando abbiamo preso da un ambulante un bracciale per Federika, che ci ha ringraziato con una gran luce negli occhi, o come quando tutti, a turno, hanno scritto un pensiero sulla mia moleskine, nella propria lingua.
Attestati migliori di qualsiasi laurea, non aggiungo altro.
Oppure il pezzo Dirty old town cantato da João e Jo, un omaggio al verde giardino d'Europa, mentre eravamo ancora seduti a cena.
Dopo, tutti a ballare in una delle piazze con concerti dal vivo di gruppi spagnoli. Non ci capisco una beata minchia ma mi diverto e ballo come non accadeva da quindici anni.Arriva birra da mille mani diverse e, quando torniamo all'albergue, lungo la strada son risate sommesse e abbracci sparsi, così, tanto perché si è contenti.
Salutiamo Mike che se ne va nel suo hotel, sappiamo  davvero sarà l'ultima volta visto che non sa ancora se continuare o fermarsi del tutto.Intanto si prenderà due giorni di riposo anche qui, le sue vesciche hanno deciso in questo modo.
Dentro l'albergue c'è un chiostro, chiaramente non andremo a dormire, certo che no, sono solo le tre meno un quarto.Quindi altro giro di sigarette cercando di parlare piano e ridere ancora più basso.
A giudicare da come siamo stati apostrofati alle tre e mezza, da un'italiana che è scesa grazie al nostro vociare, pensiamo che il parlare basso non rientri nelle nostre virtù.
Ce ne andiamo a letto come liceali in un giorno di gita, contenti di quello che abbiamo avuto e di quello che avremo, anche se domani sarà un giorno senza qualcuno.
Mi scopro a pensare che Francesca mancherà. O sarà la sua abilità nel fare lavatrici?
Il giorno dopo sentirò anche la mancanza del suo bagnoschiuma, dato che dimenticherò qui la saponetta comprata oggi.Again.

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