Mi alzo con questo pensiero, sentendo gli ordini abbaiati in stile Sturmtruppen dalle gentili signore dell'albergue.Il secondo pensiero è non ripetibile,in quanto causato dal mio tendine destro quando appoggio il piede a terra.Ma sarà una buona giornata mi dico e, in quel momento, non so quanto avrò ragione.
Muy bien hombre, diamoci una sistemata e raggiungiamo gli altri di sotto.
Li trovo già pronti per trasferirsi nell'albergue dove sono Gracia e la sorella, ha un codice a cifre fuori dall'ingresso e gongoliamo al pensiero che stasera non abbiamo orario di rientro.Quello che si dice "true pilgrim style".
Un caffè veloce e poi via a prender posto, facendo le cose con calma, preparando già il letto per una pennica pomeridiana, confabulare sul da farsi e poi andare a fare una vera colazione.
Le due sorelle io, Luca e João ci troviamo così in un bar, gli altri, esclusa Francesca che è partita per Najera, la prossima tappa, sono a riposare.Jo ha anche un bel paio di polpacci rossi, merito di punture d'insetto a cui è allergico.
Approfitto della colazione per mandar giù una pasticca d'ibuprofene per il mio tendine poi, dopo aver fatto la spesa e tornati, aggiungerò una spalmata del miracoloso balsamo di tigre.
Ogni volta che si entra in un albergue, tra i vari odori c'è anche questo, pungente e che permea di sottofondo tutto il resto.
Ok, sono nemmeno le 12, al supermercato ho comprato anche una saponetta e lamette da barba, quindi andare a lavare due stracci e radersi per una ventina di minuti.Le lamette sono penose, d'altronde per 0,85 centesimi ( confezione da dieci pezzi) è già tanto che non mi si smontino in mano.
E ora che faccio? Esco a fare un giro o mi imbusto?
Buona la prima, cosi mi trovo per il centro città a visitare una chiesa e a fare foto come un turista qualsiasi, però con maglietta tecnica, calzoni corti e infradito.
Impegnato, come un giapponese davanti al colosseo, sento squillare il telefono, la berlinese mi sta chiamando e ci diamo appuntamento per uno spuntino prima di pranzo in un bar della piazza dove c'è sempre vita.
Detto fatto e siamo seduti in attesa di un caffè un cappuccino e una brioche.Ho voglia di zuccheri.
Con Federika passiamo quasi un'ora a chiacchierare pigramente e scambiandoci impressioni su questi giorni catapultati in un altro modo di vivere.Le chiedo se vorrebbe continuare, dato che oggi è la sua ultima sera, mi risponde che le dispiace molto lasciare, che avrebbe bisogno di più tempo in effetti.Poi parliamo degli incontri fatti e io accenno a Mike. Le chiedo se l'ha visto, lei è partita da Pamplona, mi risponde di no, d'altronde lui si è fermato un paio di giorni.
Pago il conto dicendole che è un peccato, le sarebbe stato simpatico e concludo che mi farebbe piacere avere sue notizie prima di terminare il mio cammino a Burgos.
Esiste RadioCamino, un tam tam tra i pellegrini che porta le notizie con la stessa velocità dei tuoi passi, spesso chiedi, a qualcuno che hai intravisto, notizie su qualcun'altro e scopri che chiedono anche di te, di come stai fisicamente, a quale distanza ti trovi.È come scrivere una lettera di carta e spedirla con i metodi del '700, non sai quando e se arriverà, altrettanto per una risposta.
Torniamo che bisogna ancora preparare il pranzo, non c'è fretta e João è andato a fare un salto dove abbiamo dormito ieri sera, causa dimenticanza infradito.Io ne approfitto, lui e Luca son deputati alla cucina, andando sul letto a scribacchiare un po'.Passa nemmeno mezz'ora e il portoghese mi raggiunge in camerata con una faccia seria.Chiede di parlarmi in privato, gli dico che qua siamo io e lui e forse qualcuno su un letto venti o trenta posti più in là, che può parlare.Niente da fare, dobbiamo andare fuori, è importante.
Stanno bombardando il cammino? Qualcuno ha tirato le cuoia?C'è un invasione aliena o semplicemente si è scotta la pasta?
Insomma João, che cazzo è successo per farmi fare due piani di scale e avere una faccia da foca triste?
MAPPORCADIQUELLAPUTTANA!!
GRANDE MIKE!!!
Me lo trovo seduto e gli altri attorno per vedere che faccia avrei fatto a questa sorpresa.
Credo di avere un occhio che piange ridendo e l'altro che ride piangendo.
Sono contentissimo e anche sbalordito, un'ora fa ne stavo parlando e ora questo fottuto svizzero dalla testa dura è qui.
Minchia, la Carrà avrebbe fatto audience con me!
Insomma un dieci minuti dove chiediamo come è andata negli ultimi giorni, quanto si ferma e l'obbligo a mangiare con noi.
Ok, sappiamo che c'è anche Sua, e l'andiamo a salutare nel gulag di ieri sera,Mike dorme in un hotel e João l'ha incontrato mentre lo svizzero accompagnava la coreana.
Tutti felici, tutti contenti ed è un peccato che Francesca abbia lasciato il gruppo, ma il cammino è così, ti offre aperture ogni giorno, sta a te decidere cosa fare.E poi, sempre su questa strada si sta, è probabile rivedersi.
Bene, c'è da organizzare per stasera, ne parliamo a pranzo, decidendo di fare una pennica pomeridiana e poi, verso le 18, incontrarsi per far festa.
La serata sarà fantastica, un continuo di risate e buoni pensieri accompagnati da ottimo vino e bei momenti, come quando abbiamo preso da un ambulante un bracciale per Federika, che ci ha ringraziato con una gran luce negli occhi, o come quando tutti, a turno, hanno scritto un pensiero sulla mia moleskine, nella propria lingua.
Attestati migliori di qualsiasi laurea, non aggiungo altro.
Oppure il pezzo Dirty old town cantato da João e Jo, un omaggio al verde giardino d'Europa, mentre eravamo ancora seduti a cena.
Dopo, tutti a ballare in una delle piazze con concerti dal vivo di gruppi spagnoli. Non ci capisco una beata minchia ma mi diverto e ballo come non accadeva da quindici anni.Arriva birra da mille mani diverse e, quando torniamo all'albergue, lungo la strada son risate sommesse e abbracci sparsi, così, tanto perché si è contenti.
Salutiamo Mike che se ne va nel suo hotel, sappiamo davvero sarà l'ultima volta visto che non sa ancora se continuare o fermarsi del tutto.Intanto si prenderà due giorni di riposo anche qui, le sue vesciche hanno deciso in questo modo.
Dentro l'albergue c'è un chiostro, chiaramente non andremo a dormire, certo che no, sono solo le tre meno un quarto.Quindi altro giro di sigarette cercando di parlare piano e ridere ancora più basso.
A giudicare da come siamo stati apostrofati alle tre e mezza, da un'italiana che è scesa grazie al nostro vociare, pensiamo che il parlare basso non rientri nelle nostre virtù.
Ce ne andiamo a letto come liceali in un giorno di gita, contenti di quello che abbiamo avuto e di quello che avremo, anche se domani sarà un giorno senza qualcuno.
Mi scopro a pensare che Francesca mancherà. O sarà la sua abilità nel fare lavatrici?
Il giorno dopo sentirò anche la mancanza del suo bagnoschiuma, dato che dimenticherò qui la saponetta comprata oggi.Again.
On air
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